Storia

La fondazione dell’AIAC nel 1945 è da inquadrarsi nel contesto di grande fervore vitale, di rinascita culturale e di ripresa di pacifiche relazioni internazionali nella Roma postbellica. In un momento estremamente favorevole per la nascita di un’organizzazione di riferimento per i numerosi studiosi stranieri già presenti a Roma durante la guerra e per quelli che vi giungevano al seguito delle truppe alleate.

Idealmente, la storia dell’AIAC ha inizio nel 1823 quando quattro intellettuali nordici, A. Kestner, O. Magnus von Stackelberg, E. Gerhard e Th. Panofka, si riuniscono per leggere classici e per esplorare le antichità di Roma e dei suoi dintorni, fondando a Roma il “Circolo degli Iperborei romani” in nome di un mitico popolo collocato ai confini del mondo abitato. Presto in questa società amichevole animata da dilettanti e amatori ma ispirata dal serio interesse scientifico di studiosi di antichità, si delinea l’esigenza di una maggiore diffusione e conoscenza delle scoperte e degli studi di archeologia.

Il progetto di una società archeologica internazionale, fortemente sostenuto da Gerhard, trovò compimento nel 1829 quando, grazie al patrocinio del principe ereditario di Prussia Federico Guglielmo, fu fondato l’Instituto di Corrispondenza Archeologica. L’obiettivo principale era quello di raccogliere e divulgare in ambito internazionale, tramite proprie pubblicazioni (Bollettino, Monumenti Inediti, Annali), notizie e disegni dei monumenti e delle nuove scoperte pervenuti da un’estesa rete di Soci corrispondenti; si aggiungeva, inoltre, la creazione di cataloghi delle collezioni museali.

Nel tempo l’Instituto, che aveva sede a Palazzo Caffarelli sul Campidoglio, diventò un importante centro di studi archeologici a Roma. Dotato anche di una ricca biblioteca, nel 1871 è nazionalizzato entrando a far parte delle istituzioni scientifiche del nuovo impero germanico e assumendo la denominazione di Istituto Archeologico Germanico.

Circa settantacinque anni dopo, il medesimo principio della internazionalità degli studi archeologici è riproposto dall’Associazione Internazionale di Archeologia Classica (AIAC), che può essere considerato l’erede spirituale dell’Instituto di Corrispondenza Archeologica. Nel 1945, si realizzò, con l’adesione di studiosi olandesi, belgi e rumeni, quel progetto che un ristretto nucleo di archeologi italiani, svizzeri, statunitensi, inglesi e svedesi aveva elaborato già sul finire dell’anno precedente: la creazione di un’associazione che facesse da sponda e incrementasse i sentimenti di cooperazione internazionale e di comunanza culturale come risposta della comunità scientifica mondiale agli orrori della guerra. 

Un comitato promotore si costituì il 18 dicembre 1944 ed ebbe come primo Presidente Erik Sjöqvist, Direttore dell’Istituto Svedese di Studi Classici. Il 5 maggio 1945 l’AIAC fu costituita ufficialmente con la creazione e la registrazione dello Statuto.

Coordinare e curare le biblioteche archeologiche di Roma ed essere un punto di riferimento, diffusione e scambio di informazioni e conoscenza tra gli archeologi di tutti i Paesi interessati alle antichità classiche rappresentò l’attività primaria dell’AIAC, egregiamente sostenuta dalla pubblicazione nel 1946 del primo numero della rivista Fasti Archaeologici. Annual Bulletin of Classical Archaeology. Fondata da Massimo Pallottino, la rivista intendeva raccogliere e divulgare, nel modo più completo possibile, ogni notizia concernente l’archeologia classica nonché titoli e riassunti di pubblicazioni. Anticipatrice dei tempi, fu la scelta dell’uso della lingua inglese per assicurare la massima diffusione. La collana consiste di 41 volumi, pubblicati prima sotto la direzione dello stesso Pallottino, poi di Giovanni Forni (1957-1979) e infine di Maria Floriani Squarciapino (1982-1997). La pubblicazione a stampa fu sospesa nel 1997.

Oggi, l’Archivio Fotografico dell’American Academy in Rome conserva la massima parte dei materiali iconografici pubblicati nella serie cartacea dei Fasti. Dal 2003, la serie è stata sostituita dai Fasti Online e dalla rivista FOLD&R.

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Dal 1945 al 1953, negli anni in cui l’Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia, Storia e Storia dell’Arte svolgeva il delicato compito di riportare e ricollocare a Roma e a Firenze il patrimonio librario delle quattro biblioteche Germaniche alla fine del conflitto mondiale, l’AIAC si occupò della ristrutturazione, dell’aggiornamento e della limitata consultazione del patrimonio librario della biblioteca dell’Istituto Archeologico Germanico fino alla ripresa delle attività.

L’ampio apprezzamento riscosso nella comunità internazionale di studiosi, università, istituti, musei, biblioteche ed editori, unito al valore dell’attività svolta decretarono il riconoscimento dell’Associazione Internazionale di Archeologia Classica come Ente Morale con Decreto del Presidente della Repubblica Italiana del 4 settembre 1957.

Nell’ultimo scorcio degli anni Cinquanta, i compiti scientifici dell’AIAC si arricchirono della cura e organizzazione dei Congressi Internazionali di Archeologia Classica che – a partire da quello tenutosi in Italia nel 1958 – con scadenza quinquennale si svolgeranno a Parigi, Damasco, Ankara e Smirne, Londra, Atene, Berlino, Tarragona, Amsterdam, Boston, Roma, Merida, Colonia e Bonn (2018).

Dal medesimo anno AIAC è membro internazionale della Fédération internationale des associations d’études classiques.

Dal 2014 AIAC ha sede presso il Museo Nazionale Romano a Palazzo Altemps. dove ha trovato posto anche la biblioteca dell’Associazione confluita nel patrimonio librario del Museo. I legami tra l’AIAC e la comunità scientifica internazionale si propongono ancora oggi di onorare l’intento originario dell’istituzione sostenendo e facilitando la conoscenza delle scoperte archeologiche e quindi della nostra stessa diffusa storia universale antica.

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Patronati

Supplementum Epigraphicum Graecum

Corpus Signorum Imperii Romani

Tabula Imperii Romani

 

Partecipazione a progetti

ARIADNEPLUS

NAHAN (North African Heritage Archives Network)

 

PREMIO AIAC

2000 – pubblicazione del lavoro di M. Mc Kinnon, Production and Consumption of Animals in Roman Italy, Journal of Roman Archaeology suppl. n. 54 (2004)

 

Bibliografia

E Billig, Habent sua fata libelli. Swedish notes on the problem of the German scientific libraries in Italy 1943-1948, in Opuscula Romana 18, 1990, 221-235, in particolare 222-225.

E Billig, C. Nylander, P. Vian (a cura di), “Nobile munus”. Origini e primi sviluppi dell’Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia Storia e Storia dell’Arte in Roma (1946-1953). Per la storia della collaborazione internazionale a Roma nelle ricerche umanistiche nel secondo dopoguerra, Roma 1996, pp. 3-16, 85-86.

G. Carrettoni, Dall’Instituto di Corrispondenza Archeologica all’Associazione Internazionale di Archeologia Classica, in G. Carrettoni, H.G. Kolbe, M. Pavan, L’Instituto di Corrispondenza Archeologica, Roma 1980, pp. 11-29.

M. Pallottino, Introduzione. Un centro mondiale di cultura umanistica: l’Unione Internazionale degli Istituti di archeologia, storia e storia dell’arte in Roma, in P. Vian (a cura di), Speculum Mundi. Roma centro internazionale di ricerche umanistiche, Roma 1992, pp. 9-13.

M. Pallottino, L’Assocazione Internazionale di Archeologia Classica, in P. Vian (a cura di), Speculum Mundi. Roma centro internazionale di ricerche umanistiche, Roma 1992, pp. 47-52.

M. Pallottino, Due istituzioni internazionali di studi archeologici e storici in Roma, in Scuola e cultura nel mondo 1, 1957, pp. 44-49.

M. Squarciapino, Massimo Pallottino e i Fasti Archeologici, in AIACNews 4, Marzo 1995

Scritti in memoriam di Maria Floriani Squarciapino in AIACNews 39-40, Dicembre 2004, pp. 4-12

J.B. Ward-Perkins, The International Union of Institutes of Archaeology, History and History of Art in Rome and the International Association for Classical Archaeology, in Aspects des Études Classiques. Actes du Colloque de la F.I.E.C., Bruxelles 1977, pp. 53-59.

O. Brandt, M.T. D’Alessio (a cura di), Parola di archeologo, Roma 2008.

K. Göransson, Archeologia e scuole straniere a Roma, in D. Malfitana (a cura di), Archeologia Quo vadis? Riflessioni metodologiche sul futuro di una disciplina, Atti del workshop internazionale Catania 18-19 gennaio 2018, Catania 2018; pp, 211-214.

Frederick Whitling, Western Ways: Foreign Schools in Rome and Athens, Berlin, Boston 2019